3 Giugno, regioni aperte, si riparte. Da Nord a Sud, da Est a Ovest. E ovviamente viceversa. Finalmente senza confini: ad attenderci, dopo 3 mesi di attesa, una pagina bianca. Una grande novità. Un po’ meno grande per chi – come noi Copywriter e Social Media Manager di Adiacent – è chiamato ogni giorno a ripartire da zero, definendo strategie editoriali differenti per business differenti. Per questo, abbiamo pensato di condividere qui i nostri trucchi del mestiere per non farsi sopraffare dal bianco dello schermo, fenomeno altrimenti noto come “blocco dello scrittore”. Un piccolo manuale di sopravvivenza e ripartenza creativa: buona lettura!
Lei mi sfida. Mi guarda col suo sguardo provocatore, stile mezzogiorno di fuoco. Da una parte ci sono io, armata solo della mia volontà, dall’altra c’è lei, sprezzante e orgogliosa. Prima che possa dire o fare qualcosa, la anticipo e gioco la prima mossa. Contrariamente ad ogni buona strategia militare, attacco io per prima. E inizio a scrivere. Non so dove mi porterà il flusso ma da qualche parte arriverò. Cancellerò mille volte la prima frase, poi la modificherò, ancora e ancora. Solo iniziando potrò combatterla. Lei, quella maledetta. La pagina bianca.
Irene Rovai – Copywriter
“Infinite possibilità”. Questo è il primo pensiero che affiora nella mia mente quando penso a una pagina bianca. Come una tela di un pittore o una casa da progettare, la pagina bianca profuma di opportunità. È vero: all’inizio c’è un momento di black out, una frazione di secondo in cui ci troviamo davanti a mille strade e dobbiamo decidere quale percorrere. Ma è solo una piccola parentesi che lascia subito spazio alle parole perché creare contenuti e raccontare storie è ciò che ci viene più naturale. E non perché siamo copywriter ma perché siamo esseri umani.
“Chiudi gli occhi, immagina una gioia. Molto probabilmente penseresti a una partenza” dice una canzone. Partiamo. Se la pagina è bianca è ancora tutto da inventare e puoi farlo tu. Elettrizzante, no?
Johara Camilletti – Social Media & Creative Copy
Se la pagina bianca mi fa paura, smetto di starci davanti e vado alla ricerca di un po’ di silenzio. Ho bisogno di ritrovare la giusta concentrazione e fare un po’ di ordine. Sia dentro che fuori. Cerco una parola da cui partire e lavoro sulla struttura. Provo a dividere l’argomento in paragrafi e trovare un titolo per ogni concetto che dovrò raccontare. Dare un nome alle cose è la prima regola per scoprirle e imparare a conoscerle. E quando ci riesco la paura iniziare a svanire.
Michela Aquili – Social Media & Creative Copy
Cerco di vincere l’ansia da foglio bianco creando un diversivo emozionale. Sono bloccata davanti alla tastiera e non so minimamente da dove cominciare? Sfoglio una rivista. Esatto, una rivista, di qualsiasi genere: viaggi, storia, food, tecnologia, l’importante è che sia piena zeppa di immagini! Si perché le immagini e il profumo della carta stampata di una rivista sono i miei diversivi preferiti. Ogni immagine scaturisce micro sensazioni ed emozioni uniche, diverse per ognuno di noi. Frammenti di ricordi vissuti, magari dimenticati, colori e linee che formano un’idea, seppur sfumata, ma presente. Faccio miei questi irrazionali stimoli, bevo un buon caffè e finalmente il mio amato emisfero destro ricomincia a correre!
Nicole Agrestini – Social Media & Content Manager
Per me la ricerca di informazioni è il primo passo nella battaglia contro l’ansia da pagina bianca, per questo cerco di averne a disposizione il più possibile per creare una scaletta del testo che voglio scrivere. Questo passaggio è fondamentale per me ,è come se le informazioni fossero tessere di un puzzle che combinate correttamente formano un’immagine unica capace di comunicare un valore molto più grande rispetto al singolo pezzettino!
Sara Trappetti – Social Media & Content Manager
Non ci si abitua mai all’orrore della pagina bianca. E forse è giusto così. È questo il mestiere che abbiamo scelto. Fare tabula rasa al termine di ogni progetto. Lasciarsi alle spalle il successo o l’insuccesso. Ripartire da zero all’inseguimento del “sì, lo voglio” del cliente, della scarica di adrenalina che sa provocare. Ma prima dell’adrenalina c’è quel bianco che più bianco non si può. Allora vado su Youtube, a riascoltare le parole pronunciate da Hemingway in Midnight in Paris, per smuovere l’insicuro Gil Pender. Nessun soggetto è terribile se la storia è vera e se la prosa è chiara e onesta e se esprime coraggio e grazia nelle avversità. Vado fino in fondo. Tu ti annulli troppo. Non è da uomo. Se sei uno scrittore, definisciti il miglior scrittore. Ma non lo sei finchè ci sono io, a meno che non ti metti i guantoni e chiariamo la cosa. Così si risolve la tensione: bene la discrezione, giusta la modestia, ma per sconfiggere la pagina bianca un pizzico di sfrontatezza al copywriter serve e servirà sempre.
Nicola Fragnelli – Copywriter